martedì 8 agosto 2017

Eliminiamo l'atomica!


HIROSHIMA MON AMOUR
Trieste, 6.8.2017

Ringrazio il Comitato Dolci e tutti gli organizzatori per l'invito, ringrazio tutti i presenti per esser venuti a render omaggio alle vittime di Hiroshima e Nagasaki  nonché sdegno e condanna  nei confronti di chi continua a  scommettere sull’arma atomica.
In questo giorno, 72 anni fa, gli USA, con la loro “Little boy” sganciata su Hiroshima fecero da  subito da 90 a 166 mila morti (ancor oggi non si hanno i dati certi), e tre giorni dopo la “Fat man” su Nagasaki, altri  60-80 mila, tutti fra la popolazione civile. A decine e decine di migliaia moriranno negli anni a seguire a causa delle radiazioni subite.
Si, il Giappone, dopo questa disumana e immorale dimostrazione di forza, si arrende e la seconda guerra mondiale si spegne, ma scatta, e proprio all’insegna della corsa all’atomica, poi seguita da quella alla conquista del cosmo, la guerra fredda fra le potenze della NATO, USA in prima fila, e il Patto di Varsavia capitanato dall’Unione Sovietica, un periodo che terrà il mondo col fiato sospeso in piu’ di un’occasione  (vedi la crisi di Cuba che nel ’62 sfiorò di poco la catastrofe!) sino alla fine degli anni ’80 e la caduta del Muro di Berlino, lo scioglimento del patto di Varsavia e dell’Unione sovietica, il fallimento anche di altre federazioni socialiste (cecoslovacca e jugoslava) e la nascita di nuovi stati sovrani.
Ma questa ondata di democratizzazione delle relazioni internazionali non si accompagna però ad una auspicata distensione nelle stesse e ad un disarmo anche nucleare. Anzi, le testate con potenze addirittura 4 mila volte superiori agli ordigni del ’45 sul Giappone, (50.000 kT rispetto ai 13 kT) si accumulano a migliaia nei depositi americani e russi, a decine in quelli delle altre potenze atomiche europee e non.  Ci saranno tutta una serie di accordi fra Washington e Mosca e di trattati internazionali per ridurre questi arsenali, ma appena nel 2010, 7 anni fa, i presidenti Obama e Medvedev ci daranno un taglio effettivo, anche di 5 volte. In sette anni, ovvero fino ad oggi, USA e Russia non dovrebbero disporre ciascuna di più di 1550 testate e non più 7-10 mila.
Ne bastano alcune decine di quelle più potenti per mandare il pianeta in frantumi.
Un kT (chiloton) corrisponde a mille tonnellate di tritolo, un mT (megatone) a un milione di tonnellate di TNT (trinitrotoluene).
Ma il 2017 è contrassegnato anche dall’avvento alla Casa bianca di Donald Trump che, a differenza del predecessore, chiamiamolo “disarmista”, annuncia nuovi riarmi.
Non solo, squalifica pure l’Accordo climatico di Parigi sottraendo gli Stati Uniti dagli impegni presi e sottoscritti da Barack Obama e inficiando tutti gli sforzi che in anni di negoziati la comunità mondiale, sotto l’egida dell’ONU, ha profuso per un cambiamento delle politiche ambientali ma soprattutto economiche al fine di rallentare, ovvero ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera e fermare l’accrescersi dell’effetto serra.
E come sappiamo – lo stiamo provando in questi giorni anche sulla nostra pelle – i mutamenti climatici sono, assieme al rischio di un conflitto nucleare, il secondo grande e globale cappio che l’umanità’ si e’ messa intorno al collo.
Quindi chi non fa nulla per togliercelo, anzi contribuisce a stringerlo, come sta facendo Trump e con lui tutti quelli che lo assecondano, ovvero lo lasciano fare, sono coloro sui quali l’opinione pubblica consapevole di tanto e responsabile deve puntare l’indice accusatore.
L’Accordo di Parigi va’ dunque salvato così come lo si deve fare con l’ultima ancora di salvezza che hai in barca, e altrettanto  va rinnovato lo sforzo per un completo e quanto più sollecito disarmo atomico, soprattutto quando vedi pazzoidi in giro, tipo  in leader nordcoreano Kim Jong-un,  giocarci con questi ordigni, per altro non proibitivi da rinvenire o assemblare anche dal terrorismo internazionale. E Kim Jong-un non è il solo ad avere le rotelle un tantino scosse. Mi pare che qualche problemino ce  l’abbia pure chi comanda alla Casa Bianca e condiziona molto più del despota nordcoreano l’esistenza e il destino del mondo intero.
Comunque, un passo in avanti verso la messa al bando, anche nell’ottica effettiva, dell’arma atomica, l’ha fatto l’ONU approvando un mese fa il Trattato di non proliferazione nucleare. Più di 120 i paesi firmatari, ahimè, tra loro nessuno dei possessori di questi arsenali, ne dei loro alleati più stretti, cosiddetto vassalli, fra i quali anche i nostri due - Italia e Slovenia, come membri della NATO in qualche modo vincolati alla politica della deterrenza anche atomica. Quando ho chiesto a Lubiana come mai la Slovenia non ha avuto il coraggio di sottoscrivere il Trattato, mi hanno risposto: Sì, ci stiamo al disarmo nucleare, ma è un processo che vediamo solo graduale e con la partecipazione anche dei paesi che possiedono quest’arma. Altrimenti non se ne fa nulla. Per altro l’armamento atomico rientra nella strategia dissuasiva e difensiva dell’Alleanza atlantica. Ve lo dicono, credo, anche a Roma. Sì al NO alla proliferazione nucleare, ma solo quando ci starà anche la NATO, ovvero ci staranno gli USA. Politiche ambigue, irresponsabili, deprecabili.
Comunque, il Trattato è oggi legge internazionale, come quello che proibisce le armi chimiche e biologiche. Ed è questo importante! Inizia ora il processo di adesione e ratificazione e ci si augura che rispetto ai due terzi dei membri dell’ONU che vi hanno aderito, anche l’opinione pubblica degli assenti, ovvero dei boicottatori, prenda coscienza della storicità di questo momento e spinga i propri governanti a muoversi nella stessa direzione.
Solo bandendo ed eliminando del tutto il pericolo di un conflitto nucleare e parimenti, recuperando in pieno l’Accordo climatico di Parigi, possiamo guardare a un domani un tantino più lungo e prospero per il Pianeta.


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